Il convegno e webinar del 18 dicembre 2021 dal titolo “Nuove vie e ricerche tra Creatività, Arte, Ambiente e Innovazione” ha inteso porre le basi per avviare una progettualità condivisa di ricerca/azione su diversi temi della contemporaneità artistica e scientifica applicata ai territori e alla rigenerazione urbana. In particolare, l’idea e l’orientamento principale è stato quello di approfondire tutte le possibili interconnessioni tra creatività, arti, educazione e ricerca scientifica, ambiente, turismo esperienziale e innovazione tecnologica.
Per dare maggior supporto alla collettività territoriale, anche in una logica di post-pandemia, il progetto complessivo intende innescare un processo virtuoso di discussione, analisi, ricerca e diffusione delle più articolate voci che dialogano su questi temi, per costruire una piattaforma reale di condivisione delle idee e delle esperienze, che possa avere un impatto concreto sulla società. Al contempo si è data ampia diffusione delle tematiche affrontate attraverso il coinvolgimento di un network di esperti, stakeholder, organizzazioni ed istituzioni con cui si potranno condividere nuovi percorsi, idee e modelli dedicati a processi creativi di innovazione e coesione territoriale. L’iniziativa nasce dopo una fase di studio importante, che ha visto intessere una rete di relazioni tra professionisti che operano in Europa nei vari ambiti coinvolti, con il coordinamento di Marcello Spagnolo e David Murolo.
L’obiettivo successivo è quello di creare un Laboratorio Permanente all’interno del quale sviluppare tutte le possibili relazioni, connessioni, ispirazioni nel tentativo di individuare nuove strade, nuove sinapsi, progetti condivisi, in cui la componente della creatività costituisca un punto nodale, nella direzione di percorrere una “nuova frontiera della ricerca” e possa divenire un elemento di innovazione, anche sociale, chiave di interpretazione della realtà e al tempo stesso strumento con il quale ipotizzare un modello di costruzione della società di domani.
L’attenzione del Mibac a questa proposta rappresenta la reale volontà di provare a proiettare i diversi contenuti verso modalità di elaborazione, fruizione ed interazione nel futuro. È un po’ il tentativo di contribuire a dare luogo ad un modello condiviso e consapevole di conoscenza e collaborazione intersoggettiva, con “uno sguardo dritto e aperto nel futuro”, e, al tempo stesso, con i piedi ben saldi nella storia, nella tradizione e nella cultura italiana, per poterla davvero proiettare verso un “Nuovo Umanesimo”.
Artisti, esperti del digital heritage, operatori della cultura e del turismo, soggetti europei e nazionali che rappresentano un vivace parterre dell’affascinante scenario che guarda con interesse alla contaminazione tra le arti e le nuove tecnologie, hanno contribuito ad un dibattito ampio e vario, con spunti davvero interessanti e tematiche trasversali: dall’alta ricerca applicata al patrimonio culturale, sociale ed ambientale alle nuove industrie creative per il turismo e la cultura. Contributi preziosi che hanno permesso di cominciare a tracciare uno scenario definito di interazione tra le diverse componenti e, soprattutto accogliere lo spirito comune dell’iniziativa e alcune delle possibili linee di sviluppo che il progetto può perseguire.
Il poliedrico Silvio Giordano, in apertura, ha introdotto la sua personale poetica che verte sulla ri-scoperta di beni materiali e immateriali, luoghi e realtà altere e differenti, utilizzando linguaggi molteplici in maniera innovativa e indagando su temi e simboli della trasformazione urbana e sociale in chiave transmediale. Una ricerca che ruota attorno a temi cardine quali la percezione filosofica e catastrofica dei concetti di bellezza, morte, diversità, trasformazione genetica, vanità, violenza, ambiente ed alimentazione. Dinamiche legate ad una profonda indagine sulla società ed a quei processi psicologici ed antropologici che ne rendono complessa e difficile da analizzare se solo si sceglie di andare in profondità. All’artista il compito di indicare delle strade per rigenerare la società, in quanto ha la responsabilità culturale che deve seguire quella scientifica per abbracciare un Nuovo Umanesimo.
L’attività dell’Associazione Internazionale DiCultHer offre un nuovo approccio al diritto alla cultura e alla formazione delle competenze nel settore del Digital Cultural Heritage in Italia. Nel racconto di Carmine Marinucci, presidente del network, la narrazione di come abbia dato origine, in questi anni, ad un confronto vivace tra cittadini, istituzioni – scuole, musei, associazioni in virtù di quel «diritto di ogni cittadino a essere educato alla conoscenza e all’uso responsabile del digitale per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale e dei luoghi della cultura», in particolare per dare voce ai giovani studenti, che attraverso l’hackathon, acquisiscono la “titolarità culturale”, con cui stimolare la conoscenza del patrimonio culturale e per lavorare alla co-creazione e valorizzazione di un insieme di competenze digitali che integrino saperi umanistici tradizionali e la conoscenza di metodi computazionali propri della nuova Cultura Digitale.
Un dialogo ben radicato nella realtà con concreti punti di vista e strategie di azione è stato offerto dalla DMO Mediterranean Pearls, rappresentata da Federica Acciaro e Debora Sanna: una ventata di passione e competenza per le strategie adottate per promuovere le destinazioni turistiche del bacino del Mediterraneo, italiano ed estero, che puntano sul turismo sostenibile ed eco-compatibile basandosi principalmente sulla mobilità ecologica e la riattivazione di economie di sviluppo locali anche attraverso l’arte e il digitale.
Magia pura quella che traspare dalla parole di Roberto Paci Dalò, musicista, compositore, regista e artista visivo che ha indagato il rapporto tra la memoria, lo spazio e il tempo di città/ambienti dove, oggi più che mai, si possono incontrare arte, scienza e natura. Una ricerca che, attraverso una sapiente drammaturgia dei media e la creazione di luoghi immersivi, in grado di sollecitare più aspetti sensoriali, pone al centro l’investigazione del linguaggio, dei sistemi delle telecomunicazioni applicati ai processi artistici e delle nuove tecnologie in funzione del contesto di rappresentazione e fruizione.
Con leggerezza, competenza e spontaneità il game designer Fabio Viola, fondatore di TuoMuseo, ha reso chiaro il concetto di “gamification”, termine che va al di là del proprio significato nel definire in che modo la combinazione gaming-cultura diventi foriera di crescita per i territori grazie al coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini – giovani generazioni – ai processi di progettazione di un videogioco che consente un approccio più liquido ed osmotico in cui il protagonismo individuale diventa parte integrante del racconto collettivo. Il videogioco diventa magicamente, narrazione contemporanea di arte, cultura, storia, identità!
Narrazione che diventa, in pieno periodo di isolamento e distanziamento sociale, progetto di sperimentazione culturale online che parte dalla città di Napoli per diventare globale: il fotografo Francesco Ciotola, fondatore di “Ottica Contemporanea” e cofondatore insieme al curatore Raffaele Loffredo del progetto IAR – International Artist Residency, ha raccontato la nascita del magazine, le differenti sezioni e rubriche – People, Urban, Explorations, Visions, Multimedia art, Spaces, Green Dream, About Naples, Visits ed Exhibitions – con le quali Ottica Contemporanea offre una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte avanzando proposte, svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale in un’ottica di scoperta, svelamento del contemporaneo presente e visione del futuro.
Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, ha indagato i vari progetti e movimenti artistici multidisciplinari italiani ed europei che ridefiniscono lo spazio della città e dei luoghi basandosi su elementi identitari. Una disamina che ha suggerito un percorso di approfondimento e ricerca capace di cogliere quelle istanze poetiche emergenti che assegnano alla cultura quel ruolo fondamentale di processo che risponde ai valori, ai bisogni e ai desideri degli individui della collettività e alla crescita sostenibile dei territori.
In continuità con le estetiche emergenti, Paolo Genoese ha raccontato l’esperienza del Face Festival, un viaggio artistico, nato a Reggio Calabria e consacratosi all’interno del “Parco Ecolandia”, ispirato alle diverse forme espressive dell’arte contemporanea. Il racconto di un festival intriso di sperimentazione e partecipazione, sonorità, libertà di espressione e coinvolgimento sociale alla riscoperta di luoghi e modalità creative di riavvicinamento all’ambiente.
Il racconto di un Luogo quale baricentro di una piccola rivoluzione culturale, la sperimentazione, in una zona di periferia “difficile”, di metodologie finalizzate a superare le differenze, avvicinare all’arte, alla cultura, all’innovazione soggetti apparentemente distanti, facendo opera di divulgazione verso i giovani, i meno fortunati, gli esclusi. In questi termini Piero Polimeni, responsabile scientifico del Polo di Innovazione per l’ambiente ed i rischi naturali della regione Calabria ha raccontato il Parco Ludico Ambientale Ecolandia. A piccoli passi, in questo luogo, dimenticato dagli stessi abitanti della vicina città, si è innescato un processo virtuoso in cui tante componenti, dalla musica, all’arte, alla tecnologia ed alla sperimentazione stanno permettendo di creare un percorso di riscoperta di una dimensione che assume finalmente i contorni della normalità.
In questa direzione anche il racconto della “Finestra sul Geoparco“, realizzata all’interno di una sala del Forte Gullì, il cuore monumentale del Parco Ecolandia: uno spazio espositivo/educativo munito di sistemi di realtà aumentata, pannelli descrittivi, sculture e mappe tattili rappresentanti i principali Geositi dell’Aspromonte, candidato alla rete Unesco Global Geoparks. Una analoga installazione sarà realizzata presso un sito individuato dal Parco Nazionale: il complesso delle opere installate costituirà – a parere di Santo Marra, rappresentante degli ideatori e progettisti dell’iniziativa – un prototipo di “Finestra virtuale tematica” finalizzata a diffondere la conoscenza del patrimonio geologico, naturalistico, ambientale e culturale del Parco Nazionale d’Aspromonte con un’attenzione particolare alla massima accessibilità da parte dei disabili.
Anna Maria Monteverdi saggista, ricercatrice e docente di Storia del Teatro e Drammaturgia multimediale ha percorso le linee di ricerca delle tecniche di visione digitale e tecno visuale e su come interpretare uno spettacolo tecnologico (di prosa, di danza, di lirica) per meglio collocarlo nella giusta cornice temporale, nel contesto di fruizione per cui è stato pensato. Una linea di ricerca per comprendere le potenzialità̀, le tematiche e le ragioni drammaturgiche dell’uso di una specifica tecnologia che riflette sui rapporti ormai sempre più interconnessi tra architettura, scenografia e videoinstallazioni applicati non solo al teatro di avanguardia e sperimentazione ma ai luoghi e centri della collettività.
Le possibilità offerte dalle nuove tecnologie di realtà aumentata per la progettazione di Emotional Mapping, ovvero esperienze interattive di fruizione nei luoghi della cultura e nelle città che possono aiutare i fruitori a confrontarsi con l’arte e interagire con l’ambiente per creare esperienze educative e di visita uniche sono state al centro dell’intervento di Giuliana Guazzaroni, specialista in ambienti di apprendimento che utilizzano sistemi di realtà virtuale o aumentata.
Il convegno di sabato 18 dicembre 2021 è visibile sul canale youtube del parco Ecolandia ed è stato organizzato dal Consorzio Mediterraneo per lo Sviluppo – Comes, con il patrocinio del Mic e in partnership con Parco Ecolandia, Cooperativa Cometa, Fondazione ITS Energetica Reggio Calabria, Polo di innovazione Net, Associazione Ca.to.na/Face Festival, e con la collaborazione di TuoMuseo, DiCultHer, Mediterranean Pearls, Ottica Contemporanea, Giardini Pensili.